martedì 9 marzo 2010

La neve di marzo


Oggi giornata di neve. E' il 9 marzo e fa un freddo cane. In questo martedì, giorno pari e dunque infausto nella mia testa a settori, è andato tutto storto.
La bufera di fuori è entrata dentro, in casa, nel mio corpo e nella mia testa.
Proverbiale incapacità di gestione. Di ogni cosa. Ecco i "pensieri positivi" che aleggiano, per non dire invadono, il mio cervello. Decido di lavorare ma i risultati mi sembrano scarsi, provo ad ascoltare musica ma do spazio solo alle ballate massacranti di Nick Drake, tento con la cioccolata per sentirmi in colpa subito dopo. Allora leggo, dico io...Erri a sto giro fa troppo male, poesie dunque, sono brevi e veloci.
L'errore però continua a tornare, una Dickinson con api e trifogli era troppo spensierata per il mio istinto distruttore, dunque l'occhio è caduto su La corsa del tempo della Achmatova.
Titoli rassicuranti come "Strinsi la mano sotto il velo oscuro..." o come "Il canto dell'ultimo incontro", stuzzicano la perversa voglia di farmi del male. Leggo e penso al ragazzo che mamma ha salutato stamattina per l'ultima volta, tra l'incredulità della gente smarrita, troppo grossa è una cosa così. Penso anche a me, alle persone a cui ho detto addio in questi anni, rifletto sulle parole di un Amico e sulla mia convinzione della "dispensabilità" (come contrario di indispensabilità) di tutti.
Penso a come saper parlare, anche urlare e piangere se necessario ed essere ottimisti siano qualità che possono salvare la vita. Aspettarsi sempre il peggio, posticipare le gioie immaginandole lontane e quasi impossibili, essere sempre pronti alla lotta, è davvero una merda.

La sentenza

E sul mio petto ancora vivo
piombò la parola di pietra.
Non fa nulla, vi ero pronta,
in qualche modo ne verrò a capo.

Oggi ho da fare molte cose:
occorre sino in fondo uccidere la memoria,
occorre che l'anima impietrisca,
occorre di nuovo imparare a vivere.

Se no...Oltre la finestra
l'ardente fremito dell'estate, come una festa.
Da tempo lo presentivo:
un giorno radioso e la casa deserta

A. Achmatova

Prometto che nel prossimo post ci saranno sorrisi, buone notizie in arrivo.

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