martedì 27 luglio 2010

In marcia


Avevo promesso un post allegro.
Ma non so se ci riesco. Provo.
Non ho un "fai da te" dell'ultima ora da condividere, l'ennesimo testo di canzone mi pare eccessivo, i libri che leggo sono o troppo all'inizio o troppo difficili da raccontare, le riflessioni sul meteo le tengo per quando sarò davvero a corto di argomenti, la politica è inquietante e fuori dal mio blog per scelta...che rimane?
Le ricette? Sì magari tra qualche riga scrivo un po' della cena-esperimento che ho appena consumato da Alessandra...
La casa "nuova"? Periodo difficile, me la sto godendo poco...anche se una birra in terrazza e qualche serata in solitudine a fare guerrilla gardening tra i gerani mezzi secchi mi aiutano a rilassarmi.
Il cinema? Dal momento che l'ultimo film che ho visto è Garage Olimpo, il buon proposito del post allegro temo che andrebbe a farsi benedire.
Potrei mettermi a scrivere qualcosa a partire dalla foto qui sopra, che ho scattato questo freddo inverno in una giornata passata a camminare attorno a casa, per censire le vecchie abitazioni di contadini abbandonate nei dintorni e respirare aria buona.
Ero con Anna, abbiamo chiacchierato e riso un sacco quando il toro ha cominciato a interessarsi alla mia giacca rossa, abbiamo raccolto bottiglie di vetro dalle forme strane e bellissime nel mucchio di spazzatura trovato in mezzo al campo, abbiamo contato nove gatti attorno ad una delle case sventrate, abbiamo fotografato col cuore triste vigne abbandonate, frutteti secchi e scarpe rotte.
Questa foto è importante, perchè ricordo perfettamente l'attimo in cui l'ho scattata: ricordo di aver pensato che con quella luce, che rendeva tutto argentato, l'effetto "strada che comincia" sarebbe stato assicurato. Non era uno scorcio premeditato, me lo sono trovato davanti per caso, ma in quel momento sembrava proprio che un nuovo cammino iniziasse davanti a me.
La data precisa dello scatto è il 31 Gennaio, la "mia" società era costituita da quattro giorni e forse la sensazione di qualcosa che stava cominciando era così viva che mi capitava facilmente di riviverla in ogni momento.
Oggi sono passati mesi, successe un sacco di cose, facili (quali???), difficili, belle e brutte. Non so se la strada sia cambiata, se si sia inasprita o sia più semplice percorrerla...non ho una percezione costante di questo, o forse sono io a non essere costante.
Il prossimo obiettivo potrebbe essere questo: serenità=costanza. Nel frattempo ci infilo in mezzo un altro campo wwf e qualche giorno di ferie nonsoancoradove.
La cena di stasera fa parte dei miei tentativi di tranquillità, uscire di casa con le nuove infradito pagate pochissimo (sarà forse perchè sono di due numeri diversi?), raccogliere un paio di limoni e suonare alla Ale è sempre super-rilassante.
Menu: birra, zuppe fredde estive e tiramisù con barolo chinato.
Tutto buonissimo, anche se i peperoni del gazpacho e il mascarpone del dolce temo mi perseguiteranno per i prossimi tre secoli.
Starmene lì, a ridere, a fantasticare di viaggi, a raccontare novità, a programmare concerti e altre cene, è ancora, dopo anni, una delle poche cose in grado di farmi pulire la mente e respirare la bellezza del quotidiano.
Mi rendo perfettamente conto, di quanto questo post sia la fiera della retorica e delle frasi fatte, ma sono le sensazioni di oggi.
Prendere o lasciare.

P.S.
"...Ecco, io pensavo che adesso sarei potuta rimanere con loro fino a tarda notte. Mi rivedevo libera e rilassata ad ascoltare discorsi vivaci e sconclusionati. Allora ogni tanto qualcuno si avvicinava e mi raccontava sottovoce qualcosa di suo, di privato e intimo, io mi sentivo finalmente scelta e questo mi dava una sottile ma esaltante emozione..." (Lia Levi. Quasi un'estate. 1995)
Aprendo a caso il libro che la Ale mi ha restituito stasera.

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