venerdì 11 febbraio 2011

In giardino non si è mai soli


Il titolo di un libro che non ho finito di leggere ma che avevo comprato pensando di trovare risposte. Forse ero stata troppo impaziente.
Qualche giorno fa Pippo se n'è andato, non era giovane ma era "buono e onesto". Non scrivo mai di persone che non ci sono più, non lo farò nemmeno oggi. Ma scriverò di tutti quelli che restano, quello sì. Dopo una settimana al lavoro, senza soste, con treni da prendere al volo, animazioni dall'altra parte della città, commissioni dal commercialista, inaugurazioni, serate dolci e nottate sveglia...sono tornata a casa. Era ora. Perchè a Pippo sono sopravvissute delle persone, la sua famiglia, i suoi amici-vicini, il suo paesino. Non so se i nipoti mi leggano e non vorrei sembrare loro melensa o fuori luogo, in realtà questo è un pretesto per scrivere quanto di meravigliosamente buono ci sia in una piccola comunità. Sono scesa dall'auto per correre dalla moglie e stringerla il più possibile, per dare un abbraccio maledettamente consapevole al figlio, per dire qualche parola sincera.
Al posto della cena, festa per i cinquanta del vicino che per anni ha aiutato tutti a riprendersi, con la sua bella famiglia complicata e unita. C'eravamo, come sempre, a bere intorno a chi aveva un peso gigante da portare e che sorrideva, anzi rideva, comunque...che meraviglia.
Domani saremo tutti stretti, come se nessuno fosse invecchiato, andato a vivere nei vicoli, cresciuto, in pensione, ammalato, felice, ci saremo tutti ognuno a modo suo. Solo per esserci. Ci saranno i soliti, quelli che non ci sono stati per anni e tornano apposta, quelli che saranno stanchi, quelli che faranno i salti mortali per esserci.
Per questa ragione questo posto non è sostituibile, ovunque io sia è qui che sento di dover tornare, qui tutti ricordano da dove vengo, cosa ho visto, in cosa spero; senza dover chiedere.
Posso sentirmi indipendente, avere più tempo per me, fregarmene degli orari, saltare i pasti, dormire o non farlo, ma è qui che torno e sono sicura. A volte penso "hai trent'anni, ma che ci stai a fare!", ma la risposta me la do stasera, pensando a tutte le nuove e belle persone che ho conosciuto in quest'ultimo anno e che amo tantissimo perchè mi fanno sentire a casa anche se non sono a Vesima, capita e protetta comunque, qualunque cosa accada, nonostante spesso i guai me li cerchi da sola e anche se le difficoltà arrivano per tutti. Questo post è così, potrà sembrare malinconico, ma è soltanto un inno, per celebrare il "fare gruppo", il comprendere la fatica anche quando ci sembra stupida, il rispettare la paura anche se è irrazionale, l'ascoltare la preoccupazione anche quando è esagerata, lo stare in silenzio se non sono richieste le parole.

Comunità: gruppo di persone che hanno comuni origini, idee, interessi o consuetudini di vita (Dizionario Garzanti)

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