lunedì 30 maggio 2011

Impegni e lamponi


I lamponi sono quelli del mio terrazzo e oggi è una buona giornata.
E' lunga e stancante: lezione da sola ai ragazzi del primo anno, peripezie lavorative, frittata di senape ingoiata al volo, iscrizione al corso di primo soccorso (!) fatta in extremis, salto veloce sul terrazzo giusto per dare un pò d'acqua ai semi, fotografare il primo nasturzio e raccogliere i suddetti lamponi e ora casa di mamma, pronta a studiare per l'animazione di domattina, quando i bimbi dovranno imparare cos'è una falda acquifera.
Ma è una buona giornata, perchè tanti tasselli al lavoro sono andati a posto, perchè ho attraversato Genova a piedi con un bel sole e senza zoppicare troppo, perchè a Milano e a Napoli c'è stata una vittoria importante!
E in questo post non mi resta che organizzarmi per le prossime settimane, usando la pagina come fosse un'agenda, in cui riassestare appuntamenti di lavoro, feste, cene e tutto il resto...cominciando da domani...

- Domani: animazione lunga, mattina e pomeriggio con i nani delle elementari, cercando di non guardarli innamorata non appena arrivano con i loro cappellini colorati...
- Il giorno dopo domani: Workshop all day long al Politecnico di Milano, dove ancora spero si festeggi la libertà!
- Giovedì: una festa per dormire e prendere un sacco di sole
- Venerdì: lavoro!
- Sabato e Domenica: week end sul Lago Maggiore per festeggiare il Prof
- Lunedì: giornata di lavoro iper stressante
- Martedì: Maxi Apericena sul mio terrazzo con i ragazzi di Terra!, per organizzare
la Festa degli Orti...occorrerà iniziare a cucinare nel primo pomeriggio!
- Mercoledì: Lavoro e pilates!
- Giovedì: un meritatissimo salto dall'estetista e poi pranzo di lavoro super
professional
- Venerdì: attesissimo addio al nubilato!
- Sabato: Festa della Sardina!!!

E potrei continuare all'infinito...
Quanto sarebbe più facile con un lavoro fisso e non tremila cose traballanti...ma guardiamo il lato positivo della cosa: impossibile fermarsi a pensare!

venerdì 27 maggio 2011

Smacchiare i giaguari.


E' venerdì. Giornata di acquazzoni che non hanno rinfrescato un bel niente, ma solo alzato il mare. Sto a casa perchè ho una rabbia dentro che non potrei parlare con nessuno, nemmeno con la gatta, che se n'è andata scocciata. Passo le ore a smacchiare i giaguari come dice Crozza, faccio cose e non combino nulla. Non credo che sia colpa di qualcuno, ma cammino, mi muovo e ragiono come se fossi sommersa da pesetti e legata da corde strette. Lavoro: ditta + animazione + dottorato. Nell'ordine: zero soldi + unici soldi + zero soldi. Con nessuno di questi tre e nemmeno con tutti e tre insieme arrivo alla fine del mese. Ognuno di questi tre però mi da soddisfazione...è una fortuna lo so, ma non sempre basta. Non basta quando non sai cosa rispondere, quando non riesci a pagare le bollette e devi chiedere a tua madre, quando arrivi stanca e non hai trovato soluzioni, quando i tuoi clienti sono insoddisfatti, quando non capisci le necessità di chi ti sta intorno anche se ti sforzi di farlo, quando alla sera fa caldo per dormire, quando alla notte ti scopri sveglia e al mattino scendi dal soppalco prima del tempo perchè intanto è inutile rimanere lì. Il problema è il mio che non ho la forza di trovare il quarto impegno, magari dopo cena, che mi permetta di respirare economicamente.
Ci sono le persone che capiscono anche se stai zitta, o che fanno lo sforzo di chiedere, per fortuna. Ce ne sono certe che sparano cazzate a raffica.
Ci sono le litigate con chi ti paga il cibo e non comprende perchè abbia perso la motivazione di un tempo, e l'entusiasmo dei vent'anni. Forse perchè di anni ne ho ormai quasi trenta, perchè è venerdì e all'armadio è appeso il vestito buono del nonno. Una scena già vista, che avevo rimosso come tutte le altre e che mi fa troppo male ricordare: la giacca di renna anni 70 che adorava e i pantaloni grigi, niente cravatta per carità e una polo al posto della camicia. Uno si impegna a rendere le cose dignitose e poi quando arrivi lì c'è un elastico di gomma a tenere i piedi chiusi e una stecca di plastica a fare lo stesso con la bocca. Che rabbia.
Ed io sto qui a smacchiare i giaguari mentre la vita (degli altri) scorre e cambia. Io sto qui a confondere i sogni con la realtà, a scrivere report su un pc con la ventola rotta che raggiunge la temperatura di fusione in 3 secondi, ad ascoltare Instant Street da stamattina. Consapevole di avere una bellissima attività in proprio, di fare animazione con bimbi e colleghi splendidi, di aver vinto un dottorato, di camminare nei vicoli dopo cena parlando di tutto, di avere una buona madre e di poter contare sulla salute. Inutile pensare alle giacche di renna.

venerdì 20 maggio 2011

Comunque vada


Non lo ascolto spesso. Stasera però è venerdì, ho l'estro lavorativo (per fortuna) e me ne sto a casa a scrivere report, cercare formule, aggiustare foto, interpretare spettri. Perciò Max ci sta, con tutto quello che comporta e si porta dietro.
Uno dei primi concerti della mia vita è stato proprio il suo, alla Festa dell'Unità più di dieci anni fa. L'ho poi risentito, molto volentieri, più o meno tre anni fa...ed è stato di nuovo molto bello.
Non so dire cosa mi piaccia di lui e della sua musica, a volte il sound, a volte i testi, a volte i passaggi divertenti e a volte le frasi incomprensibili alla Battiato.
Sicuramente il cuore mi batte sempre un pò di più quando lo ascolto e per certi pezzi in particolare le emozioni sono più forti e intense.
Questo testo, per esempio, è davvero grande.

Comunque vada (Max Gazzè)

Comunque vada darò un sorriso al niente
o ruberò al vento un'acqua di silenzio
amerò le mani tese sui capelli i pugni in testa
il buio ingiusto della mia malinconia
Malgrado tanto io sciolgo ancora idee
come lacci di scarpe inutile follia
non aver badato al mio starnuto al chiasso
dei suoi panni stesi e l'alba rigida nei corridoi

Futilità sospesa scontami il perdono
ho una dignità di schiuma pronta a soffocare
è solo un mio trambusto personale
una pausa insolita ed incerta come l'idiozia

Scappa via scappa via cosa mai sarà
scappa via scappa via non tornerà

Ma resto chiuso e un'amica si frantuma
in un istante un grido svaniscono parole quasi mute
immagini sfinite e il sogno delle sue bugie
marcite intorno alla mia stanza

Curiosità lontana torna fra i pensieri
come giovani farfalle provano le ali
sconnetto me da tutto e tutti si sconnettono
e mi merito un applauso dipinto d'incoscienza

Scappa via scappa via cosa mai sarà
scappa via scappa via non tornerà

domenica 15 maggio 2011

Dream a little dream of me


Prima di andare a dormire, butto giù questo post volante. Sono partita per la riunione di Terra!Onlus dopo aver fatto un sogno, di quelli che John Carpenter e David Lynch mi farebbero una pippa.
Era un pò che non mi dedicavo a nottate da brivido, con incubi terrificanti, in cui non c'è nulla di splatter, ma l'ansia e la pressione psicologica sono alle stelle.
Come spesso mi accade il sogno era diviso: pezzi che si incastrano in altri pezzi, scene concluse che ricompaiono sul finale come se tutti i personaggi fossero in realtà d'accordo.

Inizia tutto a casa, come al solito. Esco in giardino e lì c'è mia madre, per strada un gatto è stato schiacchiato da un'auto e un mio vicino cerca di salvarlo. Sono preoccupata che si tratti di Agata ma quando staccano quella specie di peluche secco dall'asfalto mi accorgo che è il mio vecchio gatto siamese, morto sul serio da almeno 10 anni. Mentre il mio vicino tiene la bestia per la collottola, la coda comincia a muoversi e lui a lamentarsi, in quell'istante dietro di me spunta mio padre, arrivato per prendersi il suo gatto spiaccicato e coccolarlo.

La scena cambia, sono in una sorta di cinema/teatro, seduta in platea accanto a mia madre e alle sue amiche, pronta per vedere l'ultimo spettacolo di Clint Eastwood. In mezzo al pubblico ci sono quasi tutti i personaggi di Big Fish (il mio adorato film di Tim Burton) mie vecchie conoscenze e persone che attualmente ho vicine, in scena un ragazzo racconta la sua difficile vita da alpinista estremo dati gli evidenti problemi cardiaci di cui soffre. E' biondo, ha grandi occhi celesti e sbottonandosi la camicia ci mostra gli esiti dell'ultima operazione subita: un enorme corno in mezzo al petto, che si muove ritmicamente come il battito di un cuore. Ho nausea e ho bisogno di correre al bagno, davanti alla toilette una fila lunghissima di persone, do un'occhiata dentro per capire quanto dovrò attendere e vedo un ragazzo che pulisce l'interno di un water sporchissimo a mani nude. Per non vomitare esco dal teatro e mi trovo nei giardini di plastica, mi accorgo che è quasi buio, sono angosciata. Per fortuna in un prato vicino mio padre sta giocando con il suo gatto mezzo schiacciato e poco più avanti, all'angolo con un palazzo, Erri De Luca mi aspetta per fare due chiacchiere. Arrivata davanti a lui mi accorgo che in realtà si tratta di Clint Eastwood, che si trova in città per parlare del suo ultimo spettacolo.

A questo punto la scena cambia per la terza volta, sono in una cascina abbandonata, siedo accanto a mia madre su vecchie sedie di formica e alluminio. Per terra c'è un anello d'oro, lo raccolgo e mi accorgo che la gemma al centro è mobile: spostandola un poco lascia spazio ad un piccolo teschio di ceramica bianca, con grandi orbite vuote e incappucciato di nero. Chiedo spiegazioni a mia madre che sta in silenzio e in quel momento vedo entrare mio padre e tutte le persone che erano a teatro...mi guardano e piano piano cominciano ad applaudire.
Mi sveglio.

Terrestri di tutto il mondo, riunitevi!


Sono tornata un paio d'ore fa da Montaretto.
Riunione nazionale di Terra!Onlus: due giorni di confronti, workshop, chiacchierate, domande, risposte, discussioni.
Due volte a Monteretto in un mese, circondata da persone diverse e piene di cose da dire e di esperienze da condividere. Non sono giorni semplici, ma chi mi legge da un pò avrà ormai capito che non ho quasi mai giorni semplici. Del resto, però, chi ce l'ha? Tutti hanno problemi e tutti affrontano momenti difficili, capita a chiunque.
Credo che siano due gli aspetti che possono raccontare bene questo week end ormai concluso: il primo giorno, come spesso succede ai raduni di gruppi eterogenei ed entusiasti, è stato organizzato il classico giro di presentazioni. Stavolta però ognuno aveva il compito di descrivere, con poche parole, un altro dei presenti; per caso è capitato che io fossi presentata da un nuovo membro di Terra!, che quasi non mi conosce e che mi aveva visto giusto un paio di volte alle prese con le stampelle. Naturalmente, visto che non aveva molte notizie che mi riguardassero, aveva difficoltà a descrivermi e l'unica cosa che ha detto è stata "visto come stava l'ultima volta che l'ho vista, penso che sia una persona che si riprende molto in fretta". Beh, credo non ci fosse altro da aggiungere! Evidentemente basta poco per conoscermi...
Il secondo momento che vorrei ricordare è quello finale, così come ho riportato l'attimo delle presentazioni di benvenuto: l'ultimo giorno, prima di raccogliere le nostre cose, in un piccolo cestino abbiamo riunito un biglietto per ciascuno, in cui ogni partecipante aveva scritto cosa gli era rimasto di questo week end di unione e riunione. Io, quello che ho sentito di esprimere è stato : "una possibilità di confrontarmi con persone diverse da me, ma che la pensano come me". Effettivamente credo sia proprio questo l'aspetto interessante e importante di giorni come quelli appena trascorsi, non tanto le spiegazioni dei progetti, le decisioni sul bilancio associativo, le discussioni sul futuro delle campagne; penso che il ritrovarsi su un terreno comune, con vissuti differenti, aspettative complicate e a volte addirittura diverse, preoccupazioni ed entusiasmi simili, sia più utile di tante altre parole. Un buon modo per avere nuovi spunti di riflessione (come se non bastassero i pensieri che già vagano nel mio cervello!) e per affrontare la settimana in maniera diversa dal solito.
Ora vince la stanchezza, notte.

martedì 10 maggio 2011

"We're watching the world pass us by..."


Martedì sera.
Scrivo questo post con un mal di testa costante da ore.
Giornata di notizie, notizie positive per persone che sono state tanto importanti, serata di riflessioni inevitabili.
Mi sembra di guardare il mondo che va, e restare a terra. Evidentemente la modalità Depeche che caratterizza il mio stereo da una settimana era presagio di pensieri profondi. Il nonno è in ospedale, non si sa per quanto, nè si può prevedere quanto vivrà. Vista l'età e tutto il resto è una perdita che si può accettare, una tra le tante che invece si devono accettare.
Tra i molti difetti che ho e gli aspetti negativi ereditati dai miei, una delle mie caratteristiche positive è l'innata capacità di essere felice per le gioie altrui. Non conosco la vendetta, non so godere delle disgrazie dei "nemici", non sono nemmeno capace di definirli i nemici.
Però, quando tutto scorre e la tua vita è ferma, le novità positive per gli altri sono un campanello d'allarme per te. Una busta che contiene l'invito al giorno più importante per una persona a te cara (la seconda busta in dieci giorni per la verità), un nuovo legame, che nasce festoso, quando le persone inevitabilmente più vicine a te l'azione più plateale che faranno nei prossimi giorni probabilmente sarà morire.
Stasera c'è chi a cena dai vicini troverà un pò di giusto conforto, chi tornerà a casa e avrà una pasta col tonno pronta sul tavolo, chi farà sport e rivedrà amici che non incontra da tempo, chi guarderà un film accoccolata sul divano col proprio compagno e c'è chi scriverà un post sul suo blog per esorcizzare un minimo il fatto di non essere nessuna delle persone elencate sopra.
Ci sembra di essere stupidi per aver attribuito a noi stessi colpe inesistenti, responsabili del dolore di altri che invece stavano benissimo, fortunatamente!
Il mondo scorre e le cose da fare non mancano, anche se in questo momento nessuna sembra essere qualcosa di fatto per me. Impegni, obblighi, lavori, compiti, aspettative, appuntamenti. Ci si aggrappa a giretti serali nei dintorni di casa, alle fragole di bosco con il gelato alla crema, al terrazzo da curare, ai libri da leggere, al sole da prendere nei ritagli di tempo. Non si può aspettare però che il mondo rallenti per farci salire, questo no. Bisogna allungare il passo mi sa, essere pronti a saltare in quella dimensione in cui ci sono notizie anche per te, divani e dvd, week end in viaggio e film al cinema. Sono scelte da fare, spazi da creare, menti da sgombrare e occhi da asciugare. Nient'altro.

martedì 3 maggio 2011

Ho visto cose che voi umani...


Stanotte, ho visto cose che voi umani...
In realtà, ho vomitato per ore, in effetti vagando in trance tra il soppalco e il bagno, ma, come si dice, me la sono cercata. Aperitivo troppo alcolico (è ora di finirla) e con cibi troppo pesanti (peperoncini ripieni di tonno, baccalà fritto, farinata), il tutto condito da un bel colpo di freddo finale.
I postumi sono pessimi: comincio a riprendermi un poco soltanto adesso, a distanza di 24 ore, dopo aver sonnecchiato mezzo pomeriggio, mangiato un ciuffo di pasta e bevuto litri d'acqua e tisane.
Quindi, una splendida giornata di sole se n'è andata senza che quasi mettessi piede in terrazzo. Sono salita su solo per fare qualche foto ai miei fiori, la mia grande soddisfazione...ma la testa girava troppo e il parapetto è eccessivamente basso per stare lì tra un mancamento e l'altro! Le sfumature del mio tetto però sono bellissime, margherite bianche appena si sbuca dal portoncino di ferro, gerani tutti colorati, compreso quello nero che ho comprato con mammà. C'è la lantana che ci sta riprovando, ci sono l'ulivo di sempre con il dinosauro ai suoi piedi, il mandarino e il lampone di Giulia. Le lobelie si alternano agli alissi e al gabbiano ladro piacciono così tanto che se li porta via. Ci sono la ciotola delle aromatiche, l'alloro, un rampicante super profumato e lanciatissimo sul muro del vicino, spuntano i miei semini nuovi e il falso gelsomino sta per esplodere di una fioritura pazzesca. Quest'anno poi ci sono anche i semi donati dal vicino-vicino (che chissà se spunteranno) e la gazania arrivata direttamente dalla Fiera del Mare.
Il terrazzo mi rilassa, lo ha sempre fatto e sempre lo farà...riempire l'annaffiatoio per le piccole piantine e lasciare il tubo dell'acqua nei vasi grandi, magari leggendo due pagine al tramonto, mi fa sentire meno sola, in pace, senza cose da spiegare e dimostrare a nessuno. Ora speriamo di riprendermi in fretta che domani mega animazione complicata e mezza accavallata alla seconda seduta di fisioterapia (che, fortunatamente, mi fa stare benissimo). Quindi futon, coperta, ennesima tisana e poi...buonanotte...