domenica 12 giugno 2011

Master and Servant


Si conclude oggi la mia maratona di impegni...alcuni di loro portati a termine con successo, altri meno. Quello che conta però è il relax: finalmente ho staccato il cervello e mi sono riposata come si deve!
La mattina è iniziata nel modo migliore...votando! Esprimendo un mio giudizio, difendendo i miei diritti. Il seggio pieno di gente, persone anziane accompagnate da figli e nipoti; nella mia sezione alle 10 era già passato il 15% dei votanti, quando nel mio piccolo paese abitiamo in meno di 100 persone e sono davvero poche quelle sotto ai 60 anni.
Uscita dal seggio e fatta una super colazione, sull'onda della serata di ieri all'insegna della femminilità mi sono lasciata convincere dalla parte frivola che ancora abita il mio cervello e mi sono comprata due vestiti da donna...incredibile!
Tutto il resto è stato in discesa: un paio d'ore di relax in giardino, leggendo e dormendo sul lettino, il resto del pomeriggio in spiaggia in ottima compagnia, tra chiacchiere e risate. La sera poi...perfetta! Mega cena dalla Ale, Menabrea, mille pensieri e riflessioni sulla vita e su questo mondo strano, popolato da esseri a noi sconosciuti! Buffo rendersi conto di come due individui, della stessa specie, possano comportarsi in un modo così diverso l'uno dall'altro...Un paguro, per esempio, sarà per forza differente da un elefante. Uno trascina sulla schiena una conghiglia pesante e scomoda, l'altro cammina con gravità tra giungle e deserti: per forza di cose, abitudini e comportamenti saranno diversi. Perchè, invece, due umani che vivono alle stesse condizioni, con le medesime comodità e uguali disagi, si comportano in modo così tanto diverso? A volte tutto questo mi spaventa. Sarò mai preparata a sfumare i miei atteggiamenti, sarò capace a cambiare modalità di fronte a individui tanto diversi tra loro? Riuscirò a capire ed accettare le differenze? A volte, già adesso, quando i drammi di una persona mi sembrano nulli o addirittura offensivi nei confronti dei problemi di altri, mi arrabbio tantissimo. E non riesco a fare nulla. Pecco di presunzione probabilmente, ma non sono capace ad essere partecipe del dolore di altri quanto riesco a farlo invece delle gioie. Rispetto le sofferenze, tutte, anche quelle a me sconosciute, ma non riesco a condividerle...
Chissà se nella vita cambierò, o continuerò a limitarmi (sempre che questo costituisca un limite e non semplicemente una parte del mio carattere) ad osservare, consolare, pensare, senza realmente partecipare. Forse dovrei chiedere a chi condivide con me le sue difficoltà, per vedere quanto aiuto concreto esce dai miei gesti e dalle mie parole. Forse invece basterebbe seguire l'istinto e nulla di più. Tanto tutti continueremo ad essere master and servant.

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