venerdì 3 febbraio 2012

Ricordati di essere felice


Questa notte ho sognato che gli tenevo la testa mentre se ne andava, in realtà non è mai andata così. Ho sognato che dicevo a mamma "pensavo che sarebbe stata una cosa lunga mesi e invece è stata improvvisa", non è mai andata così. E' stato un sogno strano, molto triste, molto reale. In verità quasi tutte le storie che vivo di notte mi sembrano accadute davvero, specialmente quando chiamo in aiuto persone della mia infanzia: se sono in difficoltà di solito arriva Alessia, ricordo un sogno in cui risalendo le viscide pareti di una buca profonda vidi la sua sagoma controluce comparire sopra di me e tendermi la mano.
Credo che dipenda dai momenti felici che ho dentro e che da sveglia a volte non ricordo nemmeno di avere vissuto. Se mi concentro però, magari chiudendo gli occhi, raffiorano tutti, come piccole foglie colorate in una pozza d'acqua profondissima. Il corpo tiepido di una gallina, quel misto di piume lisce e ossute sotto alle mie piccole dita quando sollevo la Cocca dalla buca di terra in cui si siede stanca tutti pomeriggi. L'odore violento dei fiori di magnolia che punge il mio naso rivolto in basso, verso l'erba alta, quando raccolgo le mollette del bucato di mamma scivolate dalle sue mani che stendono i panni. Il colore verdissimo del pesto preparato con mia cugina piccola, mescolando tutte le foglie del mondo, schiacciate in una ciotola di plastica blu usando un sasso come pestello. La casa sull'albero con i mestoli appesi ai rami, costruita con Alessia che indossa il vestito giallo chiaro di sua mamma, quello nascosto nel baule di vimini e tirato fuori quando nessuno ci vede. L'allevamento di cimici nei cespugli di alisso bianco, con la certezza di poterle riconoscere una per una solo osservando la loro andatura. Le gite nei boschi di Finale con Marina e Claudio che mi fa gli agguati nascondendosi dietro ai pini marittimi e saltando fuori con un "bù" che mi terrorizza a morte ogni volta. Le spalle forti di Michele e l'emozione che mi scoppia il cuore quando mi solleva per superare i ruscelli di montagna senza che mi si bagnino i piedi. L'odore di radio, sigaretta, polvere e olio dello studio di papà, immerso nei fondi della casa, con il telefono in bachelite nera per comunicare con la mamma due piani più su. Le storie di Boscodirovo, lette sui prati d'estate, con l'erba secca che mi punge la schiena e le foglie che mi si appiccicano alla pelle sudata e mi lasciano solchi rossi sulle cosce. I parchi di Nervi, con la mamma e gli scoiattoli che corrono e spariscono prima ancora che io possa dire "eccolo mamma, guarda!". Le particelle di polvere che ondeggiano lente controluce, nelle spade di sole che filtrano tra le persiane chiuse d'estate, la mattina presto, mentre aspetto lo zio che mi porta al mare e guardo i cartoni alla tele. Il rumore dello zucchero di canna che scricchiola sotto i miei denti, mentre mangio lo yogurt bianco, senza la frutta come piace a me, ma troppo acido se non ci metto lo zucchero dentro. Le canzoni cantate con mamma mentre cuciniamo nella casa vecchia, mettendo le cassette nella radio e scrivendo i testi sui fogli bianchi. Il colore delle foglie dei cachi sulla strada che dai pollai porta al fienile, così arancione e forte rispetto alle pietre grigie che lo guardo e spero di ricordarlo per sempre. Le cioccolate calde al bar degli sciatori, col cane lupo del cieco che ogni mattina passa accanto alla nostra casa mentre attacco fiori secchi alle cortecce degli alberi rubate in segheria. Il presepe fatto sul muretto del soggiorno, col pandibosco che non si può più raccogliere, il ponte di sughero con gli stuzzicadenti e lo spago come ringhiera, le pecore troppo grosse rispetto ai pastori e il laghetto-specchio nascosto tra gli alberi. Il respiro della nonna che sale il sentiero tenendomi per mano, con il suo vestito scuro e i denti radi, con i capelli raccolti in un muccetto che non le ho mai visto fare in tutta la mia vita. Sono tantissimi i ricordi che mi rendono felice, che tornano nei miei sogni e mi fanno compagnia anche di giorno, quando cerco una coccola, un aiuto o un appoggio. Devo solo imparare a ricordarmi anche di essere felice.

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