martedì 27 marzo 2012

La tisana della sera


Scrivo da una Campopisano semivuota, ma per raccontare i sentimenti e le emozioni del trasloco aspetterò i giorni della mia partenza.
Oggi, assonnata e confusa dai farmaci, lascerò che le mie dita parlino di me e di quello che in questo periodo mi rende felice, mi tranquillizza in un momento di grande difficoltà fisica e mentale, facendomi sorridere anche quando la paura mi pare più forte di ogni cosa.
C'è un bel sole oggi, leggere il giornale al porto, prendere un caffè col vicino-vicino, comprare mille verdure per preparare il cous cous, finire con tantissimo anticipo l'ultimo articolo per la rivista, fare una passeggiata pomeridiana...tutte cose che mi rasserenano, mi fanno bene, mi impediscono di pensare negativo.
Lo scorso week end ho lavorato al sabato per potermi godere una domenica soleggiatissima, almeno così diceva il meteo. Naturalmente, mentre terminavo un report domenica mattina, arrivavano le prime nuvole e dopo pranzo i primi tuoni. Al momento di uscire, ovviamente, il diluvio.
Ma non è stato un problema. Anzi.
Su quell'auto azzurra si sta benissimo sempre, che sia giorno o sia sera, che piova o ci sia il sole, che sia freddissimo o faccia caldo. Su quell'auto azzurra si può parlare tantissimo, di sé, degli altri, di un libro letto, di un film visto, di uno scultore interessante, di una falesia difficile, di una vacanza lontana di un lavoro faticoso. Su quell'auto azzurra si aspetta che spiova per poi uscire, passeggiare nel parco, dare da mangiare alle caprette, guardare il mare sotto un cerchio di ulivi, giocare con l'ombrello, volersi bene.
Con quell'auto azzurra si può anche andare a prendere un aperitivo, per continuare a parlare, ridere, dare valore all'amicizia, rispettare gli sguardi dell'altro, che siano spaventati o divertiti, arrabbiati o dolci, stanchi o felici. Una domenica che termina a casa di Ale, tra chiacchiere e racconti di viaggio non può che essere una buona domenica, ma una domenica che prima di andare a casa di Ale trascorre lenta sulla macchina azzurra è una domenica bellissima.

P.S. La foto è scattata nel "giardino incantato", altro posto che mi rappresenta completamente. Il bulbo che cerca di spuntare, nonostante le gelate di questo freddissimo inverno, è un regalo di X e del vicino-vicino, due meraviglie.

sabato 24 marzo 2012

Springtime


E' primavera.
A primavera bisogna godere del sole, dei colori e dei profumi. Bisogna incamerare vitamina D, spruzzare endorfine, annusare feromoni e mettere le all star.
Ho deciso che nonostante tutto, nonostante la risonanza alla testa della prossima settimana, nonostante lo spauracchio del virus che mi mangia i nervi del collo, io spruzzerò endorfine e metterò le all star.
Vesima in questo aiuta.
Oggi un trasloco, domani una cena da sorella Ale dopo tanto tempo, la panacea di tutti i mali.
In giorni di incubi notturni, paure ingiustificate, paure giustificate, gente che urla, treni che viaggiano lenti, libri bellissimi, oro ciock e bulbi che nascono, incamero vitamina D e abbronzo il mio collo stanco.
Ho lasciato il corso da barman, per forza, con i farmaci che mi fanno vivere nel mondo di Iridella è l'unica cosa che aveva senso fare. Ho sospeso le animazioni, impossibile restare lucida e far divertire i bambini quando la mia faccia è quella di Sara Tommasi.
Mi dispiace, per tutto, ma inutile rimuginare e molto più utile dedicarsi ad altro: alla ditta e alle cose belle che imparerò la prossima settimana, agli articoli per la rivista che mi tengono compagnia nelle giornate sul divano, alla primavera con le sue bellezze che commuovono.
Passerò il week end così, guardandomi intorno, aspettando il mio turno, lavorando in tranquillità, abbracciando un'amica, accarezzando la gatta che mi molla soltanto per saltellare scoordinata in giardino.
Ci sono stati Springtime peggiori quaggiù, questo è certo. E' bene ricordarlo.
Vorrei scrivere cose definitive, diagnosi certe, mettere punti e andare a capo, perché a sto giro a capo ci andrò sul serio. Questa volta, nell'ennesimo aggiustamento delle priorità della mia vita, ci sarò io. E vaffanculo.

domenica 18 marzo 2012

Silenzio che parla


Un silenzio che dura da due settimane, un sacco di tempo rispetto alle mie più recenti abitudini. Avevo chiuso con un post speranzoso, fatto di musica, di pensieri sul futuro, sul lavoro e sul collo in miglioramento. Potrei dire di essere stata un tantino ottimista, o per lo meno affrettata, visto che oggi scrivo con addosso il collare, una puntura di muscoril e cortisone e una fiala di toradol piazzata sotto alla lingua subito dopo colazione. La contrattura, che ormai direi proprio non essere una contrattura, non mi dà tregua e il dolore non mi lascia dormire da giorni; domani, se tutto va bene, dovrebbe vedermi un ortopedico d'urgenza per capire se quello che dovrò affrontare sarà un'ernia oppure no. Non ho voglia di pensare al perché, né di ipotizzare quali e quante altre terribili cose potrebbero stare lì nel mio collo a spappolarmi i nervi, lo faccio già abbastanza con la mente, cercherò di evitarlo nel mio pubblico blog. In questi giorni non ho interrotto le mie attività, da una parte questa scelta mi avrà senz'altro ulteriormente stancata, ma credo che tenermi occupata e fare quello che mi viene istintivo (ovvero rispettare scadenze, appuntamenti e consegne), sia stata la cosa migliore. Il corso da barman, al quale sono stata presa e che ho cominciato con entusiasmo, procede benissimo, io mi diverto imparando cose nuove e la mia giornata è costretta a subire cambiamenti spazio temporali che non avvenivano da anni. Per fortuna quello appena trascorso è stato un week end di riposo dai turni al Circolo, non avrei proprio potuto reggere intere serate in piedi o spostare pesi pesanti qua e là. Il lavoro per la redazione continua, proprio un attimo prima di aprire questa pagina ho infatti inviato la mia ultima fatica: una raccolta di itinerari e approfondimenti sulla Calabria Ionica che mi ha impegnata per tutta la settimana. Avere poco, pochissimo tempo per concludere mi ha costretta ad immergermi tra ulivi, rovine medioevali, praterie di posidonia oceanica, arredi religiosi e fiumare selvagge, lasciando vagare la mia testa preoccupata in luoghi affascinanti che chissà se mai visiterò. Domattina dedicherò la mia attenzione ad una nuova avventura, sono infatti correlatrice esterna di una laureanda che domani presenterà la sua ricerca e, in verità, sono molto emozionata per lei! Abbiamo lavorato bene insieme e le sue parole di ringraziamento all'inizio della tesi mi hanno davvero commossa, sono quindi felice di assistere alla sua esposizione, ma un po' dispiaciuta di non poter rimanere più a lungo e dover fuggire per la visita dal medico. So che questo post è poco più di un resoconto di guerra, con momenti, spazi di manovra, tempistiche e armi scelte, ma in questo momento lascio fuori le emozioni, non voglio abbandonarmi allo sconforto e tornare indietro di anni, quando da sola mi pareva di essere destinata all'autodistruzione. Perciò chiudo qui il mio bollettino dal fronte, fermamente convinta a risolvere questa situazione e a cominciare la mia nuova vita visto l'imminente trasloco da Campopisano. Alla prossima.

lunedì 5 marzo 2012

Un giorno questo dolore ti sarà utile


"...Mastica e sputa da una parte il miele, mastica e sputa dall'altra la cera..."
Ascolto Faber e scrivo, per la prima volta da una settimana, senza troppo dolore al collo. La temperatura è scesa di nuovo un sacco oggi e la pioggia cade da ore, mentre Nina vola sull'altalena e la lampada illumina piano le mie dita, io mi rilasso, ancora.
Mastica e sputa...
Stamattina c'era la prova scritta del corso da barista sociale, una cosa di cui non ho ancora detto nulla, un progetto lungo, che se tutto va bene durerà fino a luglio, con tanta teoria, tanta pratica e tanto stage. Finito questo percorso avrò la qualifica di barista, con un occhio in più all'organizzazione di eventi, al consumo consapevole, al lato umano di questo mestiere così in contatto con le persone. La prova scritta l'ho passata, tra un paio di giorni avrò l'orale.
Prima che venga neve...
La settimana appena trascorsa è stata durissima, bella ma difficile. Ho provato una serie di emozioni, dalla paura dell'incendio alla gioia delle risate, dalla serenità di una serata dedicata agli affetti, alla pressione del lavoro che la mia strizzacervelli mi avrebbe detto "non è un'emozione", ma che secondo me dopo un pò lo diventa.
L'ombra che mi fa il verso...
Antinfiammatori che mi permettevano di rispettare appuntamenti e appuntamenti che venivano rispettati. Notti quasi insonni e incubi al solito troppo reali.
Solo oggi, dopo una domenica sospesa, mi sento meglio. Ieri ho sciolto il collo, come ho fatto? Piangendo. Tutte le lacrime che non ho pianto mentre Vesima bruciava, che non ho pianto mentre lavoravo con una stanchezza addosso allucinante, che non ho pianto quando a un funerale ho ricordato papà, che non ho pianto quando ho avuto paura di sbagliare e quando ho cominciato a fare pensieri irrazionali e dolorosissimi sulla mia salute.
Ieri mi sono scoperta.
La mia maschera di gelso...
E ho pianto in stazione mentre arrivava il treno che mi portava nel mio "giardino incantato", ho pianto sul treno mentre attraversavo la città, ho pianto in macchina e ho pianto a casa.
Poi ho smesso.
Con lo zucchero e il latte detergente mi sono fatta uno scrub, come una quindicenne ad un pigiama party. Mi sono infilata sotto la doccia calda. Ho riempito i capelli di balsamo. Ho preso la gatta in braccio e ho dormito tre ore filate.
Ho indossato un maglione comodo, un paio di jeans e sono salita su un'auto azzurra che profumava di legna tagliata, di Cirmolo per la precisione. In tranquillità e chiacchierando piano mi sono bevuta una tisana alla menta, ho salutato amici giunti da lontano e amiche in attesa di un nuovo arrivo. Ho passeggiato.
Ho passeggiato ridendo, facendo battute, guardando un grosso gatto su una barca e un aeroplano che solcava il cielo.
Sono tornata a casa che un tasso correva goffo sulla strada, forse spinto dall'incendio a cercare cibo tra noi, mentre una mucca si spostava lenta verso gli orti dei vicini.
Quando ho spento la luce era da poco passata la mezzanotte e io ero tranquilla.
Oggi il collo si muove di nuovo, non so quanto durerà ma è bellissimo...
Mastica e sputa.