venerdì 12 ottobre 2012

Il vento fa il suo giro

C'è Tramontana, persa, che uno non capisce cosa voglia dire finché non la vede. La Tramontana persa è luminosa, veloce, piena d'aria, potente e delicata allo stesso tempo. Quando c'è Tramontana persa si perde anche lo sguardo, il mare si accende e sembra che tutti i pesci del mondo salgano in superficie per riflettere la luce con le loro scaglie argentate. La Tramontana persa ci piaceva tantissimo. Andavamo al chiosco, ma anche solo in giardino e la guardavamo insieme. Gli occhi a fessura, la fronte accigliata per difenderci dal riverbero, la tua sigaretta fumata dal vento, il gatto di turno che si rotolava accanto a te, il nostro proverbiale silenzio. Oggi era il tuo compleanno, chissà se sarebbe stato un giorno buono o non avresti messo piede fuori dal letto...
Io dico che avremmo aspettato il ritorno di mamma da scuola, avresti preparato un pesce, un'orata al sale magari e lei avrebbe portato i cavolini.
Invece la Tramontana la sto guardando da sola, il mare è in giardino più che mai, ascolto Blue Leaves di Soley e mi viene un po' da piangere: è strano, non mi succede mai quando ti penso.
Ieri sera ho montato parte dei mobili per la casa, mi ha aiutata lo Sminatore, senza di lui non ce l'avrei mai fatta. Senza di lui sono tante le cose che non riuscirei a fare, almeno così mi sembra. Senza di lui non riuscirei ad ascoltarmi, senza di lui non potrei ascoltarlo e di questo non riesco proprio a pensare di fare a meno.
Fare a meno, che brutte parole. Cosa significano? Fare meno cioè meno cose? Fare delle cose ma con meno gente? Dovrebbe essere vietato, dovrebbe essere impossibile continuare a fare da soli o con altri cose che si facevano con qualcuno che non c'è più. Invece monterò ancora mobili nella vita e magari lo Sminatore sarà altrove, invece continuerò a perdermi da sola nella Tramontana e tu non la starai guardando con me. La cenere non guarda la Tramontana.
La soluzione autoreferenziale a tutto questo, imparare a fare da soli e per se stessi, a godere delle esperienze senza bisogno di condividerle, è ancora troppo lontana da me. Non so nemmeno se vorrei essere così, non so se mi piacerebbe bastarmi, non so se riuscirei a rimanere una persona dolce, piena di carezze nelle dita. Carezze che spesso non lascio andare, "carezze in potenza" pronte a stendersi su una guancia, carezze veloci dietro una nuca di velluto, carezze lente intorno a un occhio, un naso, una bocca. Carezze in mezzo a una schiena sudata, carezze piccole su un mento che sorride. Carezze che mi avvicinano al mondo anche se restano con me, carezze che non ho preso da te e dal tuo pessimo carattere. Carezze che forse mi ha passato mamma con le mille che mi ha dato da bambina o carezze che sono nate insieme a me, insieme ai miei capelli arruffati, ai miei occhi strani e alle mie mani piccole. Una carezza è per te papà, buon compleanno.

http://www.youtube.com/watch?v=9EcHYB_hr_4&feature=related

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