lunedì 13 maggio 2013

Mandaci una cartolina

Scrivo ascoltando la canzone del titolo, una di quelle che preferisco di Carmen Consoli.
Non so perché la stia sentendo, per una volta, la profonda e diffusa tristezza di oggi, non è legata a pensieri su mio padre, o così pensavo fino a che non mi sono sorpresa a canticchiare questo pezzo.
E' lunedì, ufficio-palestra-casa. Immagino che il week end abbia influito sui miei sentimenti, ma non riesco a individuare il preciso momento del click. Certo, la stanchezza, una domenica iniziata presto dopo una notte cominciata tardi, una mega colazione per undici, due torte, due frittate, lo zabaione, la macedonia, i toast, i piatti da lavare, i seimila gradini per far visita alla futura mamma, il fritto misto di slow fish. Quest'elenco, però, è una lista bella, non sono cose tristi, sono panni stesi al sole in Via Ravecca, profumo di dolci, tostapane a forma di maialetto, il vicino-vicino che prepara i pan cake, le gerbere colorate, le nespole della Elli e i pescioni in affido della Nessie. Ma allora perché?
Forse per il sabato pomeriggio al pronto soccorso con la mamma, che non si lamenta mai, che si china e sente male alla schiena, che se era a casa sua come minimo andava a riposarsi con la gatta e che invece se ne stava lì, nella mia cucina, con la ferita aperta, nonostante i punti li avessero già tolti da un po'.
E quindi tre ore di sala d'attesa, tre punti ridati senza anestesia, due pizze mangiate tardi e al volo, una birra per tirarci un po' su e poi ognuna a casa sua. Io però non sono riuscita a togliere il pensiero, né a impormi e andare con lei, né a cacciare i sensi di colpa. Così oggi che la mia nuova collega mi ha chiesto di cosa è morto mio padre, oggi che ho passato la pausa pranzo al sole, oggi che ho cenato da sola con gli avanzi, mi è salita la tristezza.
E' strisciata piano piano, arrivata nel primo pomeriggio, si è presa tutti i miei pensieri. Sembrava il ghiaccio di questo video assurdo che ho visto stamattina: http://www.ilpost.it/2013/05/13/ghiaccio-minnesota/, lenta e inesorabile come i cattivi dei film che ti raggiungono sempre, anche quando corri velocissima, invece loro camminano appena.
Mentre preparavo l'ultimo esame di dottorato la tristezza si è presa il power point e non sono riuscita ad andare avanti, poi si è presa il prossimo week end nonostante il programma sia lavorare con i bimbi che è una cosa che mi piace, si é presa venerdì e la presentazione del corso di fotografia che temo dovrò abbandonare per investire i soldi in urgenze mediche un po' costose, si é presa i viaggi di giugno (di lavoro, ma pur sempre viaggi) e alla fine si é presa la mia pancia e mi é venuto da piangere in ufficio, davanti a tutti.
Chiuso il pc, preso lo zaino, saltata sul 17 al volo, ho cercato rifugio in palestra dove sono riuscita a lasciare un po' di tristezza sul tappetino. Un altro po' l'ho messa in lavatrice e una bella fetta la sto incastrando qui, tra le parole che scrivo.
Non mi resta che provare ad abbandonare il resto nel sonno.
Buonanotte

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