mercoledì 9 aprile 2014

(A)sociali

A me piace circondarmi di persone considerate asociali. Mio padre era asociale. Mia madre spesso si definisce asociale, anzi, lei preferisce usare una parola dialettale intraducibile che significa qualcosa tipo "che tende a stare per conto suo" e che è stundaia. Io stessa spesso sono considerata asociale.
Ma cosa vuol dire questa parola?
Nel mio caso non vuole certo dire stare lontano dalla gente, ci mancherebbe, ho lasciato il paesello proprio per avere il mondo e la vita a portata di mano. Forse però, rispetto a tanti coetanei e a qualche amico, tendo a cercare più momenti di solitudine e isolamento, più spazi lontani dove pensare e fare cose solo per me. O magari fare cose pure per gli altri ma comunque in un angolino tutto mio.
Quando mi perdo in questi ragionamenti mi viene in mente il mondo dei social network. Io sono iscritta a Facebook e, se vogliamo considerarli social network anche a Pinterest e Spotify. Devo dire che per adesso non mi sono mai pentita di aver deciso di sbattere buona parte della mia vita on line, magari un giorno accadrà, chi può dirlo, ma sino ad oggi ho solo guadagnato da questa scelta.
Ci sono contatti tra i miei amici di Facebook che probabilmente non rivedrò mai più, altri con cui sento di aver stretto un legame a distanza, legame che altrimenti non avrei potuto creare e coltivare, ad esempio per questioni geografiche.
Ricercatori conosciuti a convegni del passato come quello di Strasburgo, professori incontrati a scuole estive come quella di Latina, colleghi di sventura simpaticissimi e appassionati con cui ho trascorso una bella settimana questa estate a Pollenzo.
Grazie a Facebook ho conosciuto molte realtà interessanti e le ho fatte conoscere alle persone a cui voglio bene (le ho "condivise", no?), su Pinterest ho visto foto bellissime e trovato idee originali per la mia tana, con Spotify passo le mie ore musicali al lavoro, quando cucino e anche adesso mentre scrivo. Non ho voglia di affrontare qui il discorso trito e ritrito quanto noioso del "la gente vive on line", "le persone così si fanno i fatti degli altri", "il mondo è fuori", "la rete è un filtro". Tutto vero, verissimo, per carità, ma ognuno sceglie liberamente cosa diffondere di sé, quanto tempo trascorrere al pc invece che uscire a camminare, con chi stringere un'amicizia virtuale, se pubblicare le foto dei propri figli, nipoti, vicini di casa che non sanno di finire on line oppure evitare come faccio io. Personalmente passo parecchio tempo sui Social Network, ma non possiedo la TV, faccio pilates tre volte a settimana e vado a correre quando non sono in palestra, vivo da sola con tutto quello che comporta (compreso trovare il tempo per fare la spesa, cucinare, lavare, stendere...), mi sparo un paio di turni al mese in quel posto fighissimo che è l'Altrove, cerco di trascorrere all'aria aperta i week end di bel tempo e se ce la faccio scrivo o leggo quando piove. Quindi perdonatemi, starò anche spesso su Facebook, e allora?
Giusto di recente, con l'ultimo post che ho pubblicato qui sul blog, è capitato che si creasse un piccolo tam tam tra persone che si leggono e non si vedono mai o che addirittura non si sono mai viste. Un'opportunità di scambio semplice, emotiva, rispettosa dei dolori e dei sentimenti di tutti. Avevo scritto in questo post che mi ero innamorata di un'iniziativa (trovata, guarda caso, grazie a Facebook) e che avevo provato a farla mia. Sia tra i commenti sia direttamente sul social network su cui avevo pubblicato il mio scritto alcune persone hanno portato il loro contributo, lasciando un'impressione, scrivendo una riflessione o buttando giù a loro volta un post nel proprio blog personale. Fabiana (ennesimo esempio di come Facebook possa essere una sorpresa e portare con sé piccole amicizie) lo ha fatto ed è con lei che vi lascio.

P.S. Nella prossima puntata mi giustificherò per l'assenza, dovuta a una grande (anzi due) soddisfazione lavorativa, a una commisurata stanchezza, ad un laboratorio divertente, a qualche pensiero pesante e alla Primavera che mi chiama al sole ogni volta che posso!
Ah, ho pure iniziato il nuovo corso di fotografia...si vede???

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