martedì 24 giugno 2014

Più rara che unica

"La storia della mia vita non esiste, proprio non esiste. Non c'è mai un centro, mai un percorso, una linea. Ci sono solo vaste zone dove sembrava ci fosse qualcuno, ma non era vero. Non c'era nessuno" (Marguerite Duras)
Scorrendo tra le milioni di foto fighissime che Pinterest ci offre ogni volta che vogliamo oggi ho trovato questa frase che non conoscevo. Diffido spesso delle citazioni perché a meno che io non sappia con certezza da dove vengono tendo a non fidarmi di quello che leggo qua e là, soprattutto se non sono presenti i riferimenti al testo originale.
Però questa volta ho pensato che comunque sia quelle parole mi colpiscono, le sento mie, profondamente mie, perciò credo sia giusto condividerle senza pormi troppe domande.
Oggi è una bella giornata, perché quel senso di vaste zone vuote che ho trovato nella frase quassù è stato un pochino colmato.
Dopo ormai tanti anni dalla vecchia e superata storia della gamba, ho aggiunto un tassello importante al tempo del mio futuro, ho dato (anzi, hanno dato) finalmente un posto alla mia condizione, hanno usato parole corrette, termini scientifici e pure qualche sorriso per dirmi che sì, sono stata sfortunata e che sì, ho diritto ad un appoggio, ad un piano terapeutico mio, ad una telefonata al bisogno, ad un percorso insomma, chiaro e tracciato dove non mi sarà possibile perdermi. E mentre il medico parlava, mentre compilava la scheda, mentre domandava a mia madre la sua storia prima di me, io ho improvvisamente capito quanto avessi bisogno di questa mattina. Quanto mi servisse avere la strada tracciata da tante piccole molliche di pane, quanto anche le prescrizioni che non mi aspettavo, quelle più complicate e pesanti, potessero rappresentare un punto saldo a cui aggrapparsi, un posto sicuro dove andare.
E quindi ho scoperto di essere rara (ma chi non lo è?), ho scoperto che un centro, un percorso, una linea volendo si trovano sempre, presto o tardi. Magari passeranno dieci anni, magari basteranno pochi mesi e forse anche il mio cuore, il mio lavoro, le mie passioni, troveranno allo stesso modo una via tracciata dove cominciare a camminare sicuri.
Domani è un giorno di festa qui e io ho già preparato tutto l'occorrente per fuggire al mare, cappello di paglia compreso. Cercherò di ascoltare il mio corpo un po' sotto pressione in queste ore e mi dedicherò alle cose che amo fare di più: leggere, camminare, immaginare invenzioni nate in un attimo dalle mie mani, sognare viaggi in paesi lontani, pieni di piante e di case in attesa. In attesa che qualcuno alzi il naso per guardare un balcone fiorito, che un obbiettivo scatti la foto al gatto sullo zerbino, che uno zaino si appoggi in terra accanto al tavolino di un bar, giusto il tempo per bere un bicchiere di vino e cercare la strada sulla cartina. Finalmente basterà un attimo.

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