giovedì 3 luglio 2014

Le luci nelle case degli altri

Quando ho pubblicato questo post non avevo idea dell'esistenza del libro di cui scriverò oggi. Non avevo mai letto nulla di Chiara Gamberale e ho iniziato un po' per caso e un po' per curiosità. Qui tra la pila di libri da leggere ne ho un altro suo e chissà se mi piacerà come questo.
In verità non credo sia un romanzo particolarmente bello, ma io ne ho tirato fuori un sacco di spunti interessanti. Mi sono lasciata trascinare dalle parole e ambientata subito nel condominio di Via Grotta Perfetta, dove in ogni abitante ho trovato qualche amico, un parente, il capo...insomma un microcosmo composto da persone che vivono nella vita di tutti noi, ogni giorno.
Non è una storia triste, nonostante i motivi di dolore ci siano eccome e siano pure i più classici: dal lutto all'abbandono, dalla solitudine al tradimento, dalla paura alla frustrazione. Le luci nelle case degli altri è una storia particolare in cui sono i ragionamenti familiari che rapiscono chi legge, certi sensi di inadeguatezza così riconoscibili e riconosciuti, certe gioie inaspettate e irraccontabili, certi segreti tutto sommato comuni a molte, troppe persone.
"Dunque conoscere una persona significa permetterle di darci o toglierci qualcosa. Significa farla entrare nella nostra esistenza: fargliela sporcare, il giorno che quella persona avrà le scarpe piene di fango. Fargliela illuminare, se a quella persona verrà in mente di portare con sé una lampadina. Fargliela modificare, insomma. Mentre noi modifichiamo la sua. Senza che magari nessuno - né noi né quella persona, - mentre succede, se ne renda conto"
Ed è vero, è così che funziona, o che per lo meno secondo me dovrebbe funzionare. Forse che i miei fallimenti in amore stiano nella mia passione per le galosce e per il fango? Forse è perché mi sono messa a dipingere lampadine? Io sono fatta così, ormai è chiaro a me e a molte delle persone che mi stanno vicino: mi lascio andare, mi lascio conoscere, senza fidarmi mai questo è vero, ma prendendo e togliendo, modificando e facendomi cambiare. E penso sia profondamente giusto così.
Perché "il resto è adesso".
Io fossi in voi lo leggerei, perché regala anche delle sorprese, perché racconta l'incanto di chi s'innamora per la prima volta, perché affronta con tenerezza le piccolezze di un'anziana donna sola e perché parla di omosessualità finalmente senza buonismo.
Io fossi in voi lo leggerei perché, come Palomo, questo libro non biasima nessuno.

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