domenica 7 settembre 2014

All is full of love

Mio padre non lo sognavo da mesi.
Mesi.
Non so se sia stata colpa della tisana allo zenzero, delle solite fatiche con il cibo, o di qualcosa che ancora non so, sta di fatto che l'ho sognato. Fino alle quattro e mezza, più o meno, quando mi sono svegliata in preda a un attacco d'ansia e con in testa la canzone del titolo.
Il sogno era bellissimo: io facevo la mia vita e lui, con la tuta blu e in totale silenzio, mi seguiva. Stava negli angoli delle stanze, in piedi e immobile, mentre apparecchiavo la tavola, discutevo con gli amici, parlavo con mamma. Poi nel salotto di casa dei miei venivano radunate alcune persone, per verificare, suppongo, la mia follia. Ricordo che lo chiamavo, si avvicinava e lo abbracciavo fortissimo. Provavo a spiegare alla gente intorno a me che lui era lì, che era vero anche se invisibile, anche se in silenzio. Nessuno mi credeva fino a che Andrea si staccava dal gruppo e si metteva di fronte a me. Allungava una mano e apriva il palmo, così, nel vuoto, nello spazio che corrispondeva alla schiena di mio padre, dove c'è il cuore. Improvvisamente nella stanza cominciava ad echeggiare un debole battito, poi sempre più forte e profondo, e tutti capivano che non mi sbagliavo, che non stavo mentendo: ero semplicemente l'unica a poterlo vedere e a poterlo toccare, ma lui c'era davvero.
Cominciavo a piangere. Come un piccolo animale ferito, a bassa voce, esattamente come sto facendo ora mentre scrivo.
Non pensavo sarebbe successo così, di risognare mio padre intendo. Non ho ancora decifrato il significato di questa notte, ammesso che un significato davvero ci sia. Posso solo provare ad immaginare che sia legato al periodo che sto vivendo, circondata da persone che chiaramente non capiscono nulla di me, che pensano di potermi trattare come vogliono loro solo perché "non mi allarmo", che credono di avere a che fare con una pedina di legno, da muovere a proprio piacimento, da considerare solo quando se ne ha voglia, da rendere partecipe una volta ogni tanto.
E così, come al solito, me ne vado in uno dei miei mondi paralleli, dove le regole sono decise solo da me, dove c'è rispetto per quello che vedono gli altri, anche se è strano, anche se è diverso dal nostro sguardo, anche se ci sembra incomprensibile.
Un mondo dove tutto è pieno di amore.

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