sabato 20 settembre 2014

Un posto al sole

Dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei.
Nulla di più falso.
Perché in realtà credo che siano molti, come me, che leggono qualunque cosa gli capiti a tiro, o quasi.
Oggi, sul treno, al ritorno dalla conferenza, leggevo il mio libro sul camminare e il signore seduto di fronte mi scrutava perplesso. Un bel tipo, sulla sessantina, abbronzato dalla montagna, con una camicia appena risvoltata sugli avambracci e un paio di pantaloni beige. Credo si domandasse come mai una figa di legno con i tacchi alti e la gonnella di seta stesse leggendo un libro sulla filosofia del movimento a piedi. E' rimasto col dubbio. Lo stavo (lo sto) leggendo perché mi interessa, perché è un argomento che fa (tanta) parte di me. Poi però mi lascio, con estrema lentezza, rapire da Murakami, divoro la Munro, mi perdo nelle storie del commissario Adamsberg, leggo fumetti. Funziono così.
Per questo stasera scrivo di due libri simili nel mio modo di vedere le cose, uno di Catherine Dunne e uno di Chiara Gamberale. Uno straniero e uno italiano. Entrambi scritti da donne. Due romanzi. Mi sono piaciuti? No. Sì. Non lo so.
Il primo si legge benissimo, è la storia di un'amicizia, di quelle eterne tra ragazze, che crescono e si vogliono sempre bene. Chepppalle...e invece alla fine è avvincente, ci sono errori, dolori, felicità, cose comuni da soap opera (ecco spiegato il titolo del post) che tutto sommato vanno benissimo nei pomeriggi d'estate sotto l'ombrellone. Anche il libro della Gamberale, diverso nella trama ovviamente, si porta con sé quello spirito da sceneggiato televisivo che lo rende leggero, magari per molti banale, ma alla fine i libri brutti sono altri.
Quando leggo mi succede come con la musica o con il cinema, difficile che un libro non mi piaccia, questo probabilmente fa di me una pessima recensora (l'ho cercato, esiste, ma forse preferisco recensitrice, anche se non lo so pronunciare).
Quindi, tornando a bomba, un giudizio per due libri, diversi ma neppure troppo, che comprerei ancora perché non avrei motivi per non farlo, che non hanno minimamente cambiato la mia esistenza, ma che sono felice di aver letto.

P.S. I libri sono Se stasera siamo qui della Dunne e Quattro etti d'amore, grazie della Gamberale.

2 commenti:

  1. Avevo scritto un post, circa un'ora fa, ma mi sa che........ho fatto casino!
    Un autore che adoro, in assoluto, è Jean Claude Izzo. " il sole dei morenti" è uno dei libri più belli che ho letto negli ultimi anni. Un pugno nello stomaco, l'emozione che resta appiccicata addosso.
    un grande abbraccio Emanuela

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  2. Anche io ti avevo risposto...ma poi puff! Sparito!
    Ne ho sentito parlare un gran bene di Izzo, lo leggerò sicuramente.
    A presto!

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