martedì 7 ottobre 2014

"E' pur vero che, una volta in piedi, l'uomo non sa star fermo..."

Anche questa volta recensione doppia, ma sarà l'ultima per un po', i prossimi libri hanno un sapore unico, caratteristiche completamente diverse tra loro, e avranno bisogno di un posticino privato.
Questi di cui scrivo stasera li ho letti d'estate, portandomeli in giro, infilandoli in borsa all'ultimo minuto, spulciandoli in spiaggia, treno, parco, panchina. In realtà Camminare di Thoreau l'ho divorato in poche ore, è brevissimo. E sono un po' imbarazzata nel dire che "mi ha annoiata a morte". Avevo grandi aspettative, so che la regola del non farsi illusioni vale per tutto, anche per i libri, ma quando si parla di boschi, passeggiate, natura e vita all'aria aperta tendo a dimenticarlo. Quindi, a parte qualche sparuta frase qua e là (tipo credo nella foresta, e nel campo, e nella notte in cui cresce il grano), posso dire con franchezza che questo libro non mi è piaciuto. Tante ovvietà, tante affermazioni che mi rendevano nervosa, tipo quelle sull'impossibilità di capire la gente che passa le sue giornate in ufficio e non nei boschi a camminare, o quelle sulla terribile condizione delle donne che proprio ci stanno tutto il giorno in casa affacendate. Caro il mio Thoreau, mi veniva da urlare, non è che mi piaccia granché stare in un laboratorio sottoterra al posto che in mezzo ai prati, ma in qualche modo dovrò campare no? Poi certo, le famose parole dell'autore mi saranno utili quando mi farò vincere dalla pigrizia e tenderò a non uscire anche nei momenti liberi, ma di norma la forza di volontà per camminare non mi manca. E tra l'altro mi ritengo assai fortunata ad avere (per pochissimo ancora) un lavoro che mi permette flessibilità, tempo per me, scelte personali. Quindi lo liquido così Camminare, un saggetto veloce (per fortuna), che se non lo leggevo era proprio lo stesso.
Situazione diversa, invece, per Andare a piedi di Frédéric Gros, un libretto dal design adorabile e con tanti spunti interessanti. Purtroppo anche in questo caso la noia ogni tanto mi ha colta, in particolare dalla metà in poi. Le prime pagine sono sottolineate fitte fitte e a molti, presa dall'entusiasmo, l'ho consigliato con gioia. Ora forse non penso più possa andare bene per ogni lettore, però è un buon libro, questo sì.
Ci sono frasi come quella del titolo, ma anche come:

- Camminando, io sono soltanto un semplice sguardo
- Camminare. Ci colpisce, dapprima, come un immenso respiro di orecchi: si accoglie il silenzio come un gran vento fresco che scaccia le nuvole
- Non appena cammino, mi accompagno, divento due
- Perché anche la solitudine si condivide, come il pane e la luce
- Probabilmente altrove non è meglio, ma se non altro è lontano da qui
- Fuori è il nostro elemento: la sensazione precisa di abitarlo


E potrei continuare per ore, ma non lo farò.
Credo che chi ama camminare, chi si sente a casa guardando un panorama dall'alto, chi insomma non riesce a stare fermo, vivrà benissimo anche senza leggere questi due libri; di sicuro però potranno essere utili, azzarderei illuminanti, per chi alla filosofia del camminare si sta appena affacciando.


2 commenti:

  1. condivido in pieno tutto ciò che scrivi, specie sul primo libro, che mi ha lasciato addosso delusione e tanta rabbia. Io lavoro, vado a lavorare a piedi, poi sto seduta 8 ore davanti ad un assurdo computer a fare conti assurdi, con la mente che vorrebbe partire ...e spesso lo fa....- ma che devo richiamare all'ordine, perchè ritengo che ogni lavoro, anche il più noioso, vada eseguito con onestà ed al meglio delle possibilità di ognuno. E poi ci sono altri impegni e, spesso ( per non dire quasi sempre) non c'è tempo per " camminare", liberi e felici....."
    Emanuela

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    1. Eh si Emanuela, la faceva facile Thoreau...Noi comunque non smettiamo di sognare lunghe passeggiate, mi raccomando!

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