sabato 1 novembre 2014

OK

Premessa:
Questo post è in realtà di ieri, ma si sa, durante il Festival il tempo è quello che è e si fa quel che si può.

Finalmente ho trovato un modo per usare la parte finale del catalogo del Festival. La sezione Memo. Quella che sta dopo gli Eventi Ospite. E' l'ora di pranzo, sono in treno, vado a Nervi a vedere un laboratorio che più mio di così non credo si possa: Piante Guerriere.
C'è un sole bellissimo stamattina, ho persino dovuto cambiare giacca, lasciare il cappotto di lana rossa a casa e infilare al volo il blazer di velluto marrone, quello da uomo. E' un giorno di regali, uno pensato per chi compirà gli anni tra poco e uno concesso a me: pranzo con girella gigante all'uvetta e caffè.
Sono trascorse settimane vissute alla giornata, alla spera in Dio per usare un detto, alla ti ma riesci per dirla in dialetto, alla cazzo di cane per andare subito al sodo. Pensieri di fuga sempre più o meno presenti (un poco pure tentati, inutilmente), momenti di sconforto, attimi di entusiasmo, rivendicazioni di spazi, tempi, diritti e attenzioni.
Dopo questo periodo che ancora non so se sia stato sensato o magari addirittura dannoso, è l'ora di tracciare una strada più chiara, mettere dei punti fermi, compilare un memo, dopotutto la pagina dopo gli Eventi Ospite dice così, no?

[pausa lab]

Quindi, "riordinando" le idee:
1) Ok. Devo Voglio uscire di più a fare cose belle. Rimpiermi gli occhi, il cuore, la pelle di cose belle. Senza per forza pensare di viaggiare, le cose belle sono pure qui, dietro casa. La foglia di ginkgo biloba che ho raccolto stamattina e lo scoiattolo che ho incontrato poco fa non avevano proprio nulla da invidiare alle meraviglie di Roma.
2) Ok. Non devo smettere mai di credere nelle mie capacità. Il lavoro è poco per tutti. Quando a Gennaio mi troverò quasi completamente disoccupata non dovrò provare vergogna a lasciarmi aiutare da mia madre fino a che non troverò un altro impiego. Non importa quanto ci vorrà. Ce la farò.
3) Ok. Non voglio aspettare gli altri per essere felice. L'avrò già scritto, detto, pensato diecimila volte. Le persone che desiderano condividere con me un momento, un sentiero, una mostra, un concerto, una cena, arriveranno. Basta smettere di aspettarle e cominciare a lavorare su quanto possano essere belli un tramonto, un quadro, una canzone o un albero pieno di foglie gialle anche se li vivo da sola, anche se nessuno è accanto a me quando incontro una di queste meraviglie (oggi però nel parco di Nervi, tra gli scoiattoli, c'era pure Luca Mercalli. Sì, quello della TV).
4) Ok. Voglio riprendere piano piano e con costanza ad andare in palestra, ignorando la tosse che mi scuote da due settimane e tutti i ricordi mostruosi che si porta con sé. Così come voglio chiudere fuori il dolore al collo e la mezza faccia che trema, lei al posto mio.
5) Ok. Voglio camminare, è pure questo lo dico sempre. Ma magari anche correndo, combattendo il freddo che arriverà e seguendo il proposito al punto uno.
6) Ok. Voglio finire il lavoro che mi ha accompagnata per due anni senza massacrarmi l'anima per la perdita. Sono stata fortunata fortunatissima per un sacco di tempo e va bene così. Inutile fare di più, inutile rendersi ancora (troppo) disponibile. Finire quello che ho iniziato (e che per ora giace da un po') e ricominciare da qualcosa di nuovo.
7) Ok. Voglio riaprire i libri che stanno lì a guardarmi sul comodino e che, come al solito quando galleggio, non riesco a divorarli ma nemmeno a leggerli ogni tanto. Proprio no.
8) Ok. Voglio organizzare una festa d'autunno per me e i miei amici, non appena sarò capace di pensare positivo per più di quindici minuti di seguito.

Epilogo:
Essendo passate ventiquattro ore posso già dire qualcosa su come stiamo andando io e i miei propositi:
Ieri sono stata in giro tutto il giorno e ho fatto il pieno di cose belle (punto 1), tipo qui dal mio amico Edu e davanti a bicchiere di Rossese con Sardina, nell'attesa di andare a sentire La notte dei libri viventi.
Sono anche andata a pilates ma la conseguenza è che ora sto a letto piena di Brufen. Temo dunque di avere un tantino fallito il punto 4 e, di conseguenza, di sentire lontano il punto 5. Inoltre mi sono persa Nespoli al Ducale e mi spiace proprio tantissimo.
Non ho ripreso in mano i libri sul comodino ma oggi mamma, che è telepatica come me, mi ha portato in laboratorio questa meraviglia qui.
Per il resto siamo ancora in alto mare, ma ci lavorerò.
Da domani.
Forse.
Ok.

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