martedì 15 agosto 2017

Diaro di Marsiglia


Eccomi.
È Ferragosto, ho appena mangiato salmone, bietole lesse, canestrelli e prosecco e sono in totale pace con me stessa. Mi aspettano un libro, il mare, una corsetta e la mia gatta. Nulla di più, nulla di meno.
Poco fa pensavo a quanto tempo manca prima che io abbia passato più anni senza mio padre che con lui, è stato così doloroso questo pensiero che ho deciso di sedermi e scrivere il post sul viaggio a Marsiglia.
Le foto sono pronte, perché farsi prendere dalla malinconia? Meglio raccontare qualcosa di bello.

Qui trovate il diario del giro in Verdon, durato quattro giorni. Tre giorni e na 'nticchia, invece, li abbiamo trascorsi a Marseille.
Ecco come è andata.

Giorno 1 - La partenza e l'arrivo.

Siamo partiti da La Baume dopo colazione e ci siamo diretti subito verso i campi di lavanda, sperando di trovarne ancora qualcuno in fiore (la stagione era parecchio inoltrata e la maggior parte delle piante era già stata raccolta). Abbiamo viaggiato nella Provenza più Provenza, ma nulla... tutto tagliato. L'unica micro coltivazione ancora fotografabile era alle porte di Valensole, paese carinissimo dove ci siamo fermati a mangiare, a comprare millemila saponi e profumi e a fare amicizia con tutti i gatti disponibili. Una volta ripartiti non ci ha fermati più nessuno: navigatore dritto a Marseille, dove siamo arrivati nel pomeriggio e dove ci siamo subito persi, in auto, nei vicoletti del centro storico. Siamo riusciti ad uscirne miracolosamente e abbiamo parcheggiato (come da consiglio DI TUTTI) in un silos coperto, abbiamo lasciato i bagagli al Best Western e siamo "corsi" a visitare Le Panier, quartiere bellissimo e pieno di angolini dove avrei comprato tutto il possibile. Alla fine, complici la stanchezza e la deriva parsimoniosa che ho tristemente imboccato da un po', non ho preso nulla e sono tornata alla camera con due misere calamite da frigo. Nient'altro. Serata maffa con cena maffa, ma eravamo davvero troppo cotti e troppo travolti dal caos marsigliese per renderci conto di qualcosa. Abbiamo dormito assai e il giorno dopo ci siamo dedicati alla scoperta delle scoperte: Les Calanques.




Giorno 2 - Les Calaques e La Cité Radieuse di Le Corbusier
Sveglia presto, giga colazione (pimp your yahourt forevva) e via a prendere il bus per Les Calanques. Innanzi tutto occorre dire che i mezzi di trasporto a Marsiglia sono tanti e belli, per lo meno dal punto di vista di un genovese abituato a micro bus surriscaldati quanto rari. Siamo scesi alla fermata giusta dopo una mezz'oretta di viaggio durante il quale abbiamo avvistato la tappa del ritorno: La Cité Radieuse di le Corbusier.
Il Parco delle Calanques è bellissimo, rovente, con poca acqua (dove siamo partiti noi c'era una fontana e poi nulla più), con un belvedere fenomenale e con un mare bellissimo. Abbiamo camminato un'oretta e poi siamo scesi per fare il bagno.
Ecco, qui c'è stato un piccolo intoppo: l'acqua era gelata.
E lo dico dopo aver nuotato nella diga del Verdon e in tutti i laghetti di montagna che ho incontrato in vita mia. Non so che fenomeno sia, forse c'è qualche fonte di acqua dolce a noi ignota (effettivamente era molto poco salata) che si mescola al mare, sta di fatto che ci siamo pucciati e siamo assiderati in due secondi. Ad ogni modo, posto meraviglioso e gita splendida. Siamo rientrati sempre con il bus dell'andata (il 21 che parte da Piazza Castellane, se non sbaglio), ma siamo scesi, come previsto, alla fermata Le Corbusier per vedere il palazzone di mille colori super famoso e super fotogenico, cani abitanti inclusi.
In centro i tram erano fermi (c'era il Gay Pride) perciò siamo tornati in albergo a piedi per poi scoprire di aver camminato in tutto venti chilometri.
Bra-vis-si-mi.
La cena, uno spettacolo senza precedenti, l'avevamo prenotata il giorno prima qui. Andateci, ha 14 (quattordici!) coperti, un sorriso bellissimo, lavora da solo e il cibo, per quanto semplice, è buono, economico e pieno di amore.




Giorno 3 - La Plaine - MUCEM - Îles du Frioul
Avevamo fatto un giro a La Plaine la sera prima, dopo cena (per digerire, come gli anziani). Ci siamo tornati la mattina (per scattare foto, come i giovani) e per raggiungere a piedi la Friche la Belle de Mai, uno spazio multiculturale bellissimo, in cui l'energia della condivisione e della sperimentazione si percepisce anche la domenica, quando quasi ogni porta è chiusa e quasi ogni attività è sospesa. Da qui abbiamo preso un bus a siamo andati al MUCEM, il museo delle civiltà europee e mediterranee: bellissimo fuori, abbastanza nullo dentro (cit.). Abbiamo gironzolato su Fort Saint Jean, scattato mille foto nella luce più forte del mondo e, a piedi, siamo tornati in albergo per mettere il costume e prepararci al traghetto. Sì perché la sera abbiamo cenato alle Îles du Frioul e ci siamo goduti un tramonto splendido, con il quale abbiamo cominciato a salutare Marsiglia.






Giorno 4 - Notre Dame de la Garde e il ritorno a casa

Fatte le valigie (e la giga colazione) abbiamo caricato i bagagli in macchina, ci siamo persi nel parcheggio coperto (che non abbiamo mai pagato, ma questa è un'altra storia che non dipende da noi, anzi, aspettiamo fiduciosi la mail per il bonifico) e siamo saliti al Santuario della Guardia. Un botto di gente, un botto di soldati, un botto di candele, ex voto, souvenirs, ma anche un bel panorama. Ecco tutto.
Abbiamo puntato Scatoletta verso casa, ci siamo fermati giusto per pranzare in autogrill e siamo arrivati nel pomeriggio. Stanchi e tanto, tanto contenti.




Nel prossimo post, forse, faccio un elenco delle sensazioni che queste vacanze mi hanno lasciato. Momenti lunghi, attimi velocissimi, sguardi, aneddoti... cose così. Vedremo. Per adesso, buon viaggio a Marsiglia!


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