lunedì 2 ottobre 2017

Sto volando!


In diretta dal volo AZ1391 Roma - Genova

Sto volando.
Ho una paura boia, le orecchie tappate, il polpaccio che pulsa. Anche se questa ultima cosa secondo me è suggestione.

Ho appena bevuto un bicchiere di succo di arancia rossa e la signorina all'altoparlante dice che tra venti minuti arriviamo.
Un bimbo due sedili più a sinistra guarda i cartoni, una signora mangia il secchio di insalata più grosso che abbia mai visto. Alle sei del pomeriggio.

In diretta dal mio letto
Le poche righe quassù sono l'unica cosa che ho potuto scrivere sabato scorso, mentre sorvolavo il nostro bel mare quasi certa che:
a) saremmo caduti
b) saremmo esplosi
c) mi sarebbe venuto un ictus
d) avrei vomitato
e) sarei rimasta sorda
Le opzioni, come vedete, erano molteplici. Secondo i miei calcoli avrebbero potuto palesarsi contemporaneamente, in ordine sparso, con un più o meno alto grado di certezza (soprattutto per ciò che riguarda i punti c e d).

Quel sant'uomo del mio collega che volava con me si è sorbito la mia faccia pallida e i miei occhi sgranati, ma, a quanto pare, non sono stata poi così molesta.

Avrei voluto godermela di più, scrivere un intero post tra le nuvole, fare pipì ad alta quota, scattare mille foto dal finestrino, farmi una maschera al viso come le beauty guru, segnarmi gli appuntamenti della prossima settimana in agenda, bere qualcosa di forte, disegnare...
E invece mi sono concentrata molto e ho atteso l'irreparabile. Che non è avvenuto.

Non salivo su un aeroplano da quasi vent'anni. I motivi sono tanti, uno su tutti (inutile nasconderlo) la paura. Al secondo posto la mancanza di occasioni e al terzo la mancanza di soldi quando le occasioni invece c'erano.
Ho preso due voli (a/r quindi tecnicamente quattro) al liceo, per andare in gita scolastica e poi il nulla.
A ventitré anni la trombosi e per un po' di tempo siamo stati troppo impegnati a capire cosa mi fosse successo e ad accompagnare papà dall'altra parte. Una volta chiarito l'intoppo genetico che non mi rende la candidata ideale per svolazzare qua e là, gli aerei ho cercato (anche inconsciamente) di evitarli tutte le volte che ho potuto. Ho fatto lunghissimi viaggi in treno (vedi Genova-Palermo by night), ho rinunciato a tante vacanze che avrebbero necessitato inevitabilmente di un volo, non ci ho pensato finché mi è stato possibile.

Ora però, l'ipotesi di vedere qualche bel posto lontano non è più così remota, la situazione circolatoria sembrerebbe sotto controllo e le trasferte di lavoro tipo quella appena passata mi danno l'opportunità di riprendere a volare in maniera graduale.
Devo solo calmarmi, imparare a gestire la questione puntura la mattina e siringhe nel bagaglio (completamente ignorate, peraltro, dai controlli in aeroporto) e, magari, godermela pure un po'.

Prossimi passi: dotarmi di tutti i presidi esistenti al mondo contro il mal d'aria e guardare tra le offerte per i posti che più vorrei visitare.
Per il resto, si vedrà!

P.S. Nella foto la mia bella Genova, dove ero convinta di atterrare in picchiata :-)



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