lunedì 27 febbraio 2017

Foglia, ingranaggio, lampadina


Foglia, ingranaggio, lampadina
Ambiente, meccanica, scienza
Riciclo, robotica, elettricità
Natura, ragionamento, idea

Potrei continuare ancora a lungo, forse potrei pure inventare una filastrocca.
Perché una foglia, un ingranaggio e una lampadina sono quello che sono ma sono anche cura per la terra in cui viviamo (magari attraverso il recupero dei materiali, l'attenzione a evitare gli sprechi), sono la parte indispensabile di un sistema meccanico, sono il simbolo dell'elettricità e un richiamo luminoso alla scienza, in tutte le sue sfaccettature.

Per me rappresentano, in senso forse più lato e più intimo, la passione grande per la natura, le riflessioni che faccio sempre prima di prendere qualunque decisione e il ragionamento in cui mi immergo mentre progetto un laboratorio o scrivo un post divulgativo, l'idea che cerco continuamente, che alimento ogni volta che posso e che spesso incontro nelle cose e nei momenti più impensati.

Quindi, come probabilmente avrete ormai capito, questo è il post in cui presento il pezzo di strada che ho appena imboccato. Ho aperto partita IVA, l'ho già scritto, mi sto costruendo un'identità più o meno strutturata, provo a tracciare un percorso certo, anche se, i divulgatori scientifici lo sanno bene, bisogna conoscere un po' di tutto ed essere in grado di adattarsi il più possibile ai cambi di direzione.
Almeno a me succede così, per adesso.
Continuo a lavorare con Scuola di Robotica ma come libera professionista, allaccio nuovi contatti, intraprendo percorsi paralleli che mi piacciono, mi stimolano e a volte mi terrorizzano. Sono consulente per progettare corsi di formazione, workshop, laboratori e molto spesso in aula vado io stessa. In questa nuova (nemmeno troppo) vita ci saranno sicuramente dei pro e dei contro, ma non è ancora il momento di scriverne (anche se alcuni li ho già chiarissimi davanti agli occhi), perché ora è il momento di fare.

Forse questa cosa l'ho presa persino troppo alla lettera visto che lavoro senza sosta, a casa e fuori, a scuola e sul divano, con i piccoli, con i medio piccoli e con i grandi. Sicuramente la scrittura e la pubblicazione del libro mi hanno aiutata molto ad acquisire fiducia: usare le parole è quello che sento di saper fare meglio (o, per lo meno, è ciò che amo di più), impiegare questa passione nel lavoro era il mio sogno da sempre.

Quindi, a conti fatti, il 2017 è iniziato con grandi responsabilità e altrettanto grandi soddisfazioni, profonde fatiche e alte conquiste. Il logo che ho scelto, che ho fotografato quassù e che mi accompagnerà nel mio (spero lungo) percorso racchiude tutto. Devo ringraziare, per aver compreso e accolto il messaggio che desideravo contenesse, Giorgia, già bravissima e paziente grafica del mio libro: dal mio schizzo ha tirato fuori il mondo che volevo, foglie comprese.



lunedì 20 febbraio 2017

Il Gigante e la Farfalla


Ieri, finalmente, gita.

Dopo una serie di weekend almeno parzialmente lavorativi questa volta sono (quasi) riuscita a lasciare a casa il dovere. Scrivo quasi perché, in realtà, per la prima parte della mattinata ho permesso che il cervello ragionasse su tre laboratori, elencando mentalmente i materiali da comprare, scegliendo i titoli, valutando età di riferimento e tempistiche.
Poi, per fortuna, ho incontrato lei e in un attimo tutto mi è parso lontano, rimandabile, fuori luogo. Magari sbagliando abbiamo pensato, vista l'evidente instabilità delle zampe e le ali stropicciate, che la farfalla avesse fatto capolino dalla sua crisalide poco tempo prima.

Nel caso fosse stato davvero così: che bel segnale!

Per ora, io, più che sentirmi somigliante a un lepidottero fresco di nascita, mi immedesimo meglio nella statua del Gigante di Monterosso, ovvero sento un gran peso sulla schiena (non solo a livello figurato, visto il male che ho) e tanta stanchezza nelle gambe. Avevo deciso che sarebbe stata la foto che ho scattato al Gigante prima di imboccare il sentiero ad accompagnare questo post, ma quando sono arrivata nel piccolo spiazzo che vedete nell'immagine quassù ho cambiato idea. Di solito in gita comincio a scrivere sul blog con il pensiero, appena inizio a camminare e a guardarmi intorno. Lo faccio senza quasi rendermene conto, perciò, quando ritornando da Punta Mesco alla volta di Levanto ho visto tutti questi ometti di pietra in equilibrio precario eppure magicamente fermi nel sole ho pensato che loro fossero la risposta. A cosa? A tutte le domande che mi sto ponendo.

Un sasso sopra l'altro, quello sotto importante quanto quello sopra perché nulla crolli.
Ciò che è stato prima e ciò che verrà poi.
Il passato e il futuro.

Nel frattempo somatizzo come non mi capitava da un (bel) po', cerco di incastrare l'incastrabile e ci riesco a spese di sonno, schiena e/o digestione. Non è una sorpresa, che la partita IVA sarebbe stata per certi versi liberatoria e per certi tanti altri una trappola insostenibile lo sapevo perfettamente e per questa ragione la temevo, tenendola il più a lungo possibile lontana dalla mia vita.

Ormai però siamo in ballo e io ho senso del ritmo da vendere, sono timida, non mi sciolgo subito, ma appena trovo il mio posto nel mondo mi ci accoccolo come un gatto nella scatola del trasloco (rilassata, sempre con un orecchio in allerta). Non mi resta che continuare a guardarmi attorno come quando vado in gita, aspettare che il resto del mondo si distragga e infilarmi sotto una montagna di pluriball, al riparo da attenzioni eccessive e richieste impossibili da soddisfare. Se poi riuscissi anche a evitare un po' di aggressività diffusa sarebbe bellissimo.

domenica 5 febbraio 2017

"So disegnare su un foglio con le parole"

Questo dovrebbe essere un post di update del progetto A year in a postcard, in realtà conterrà anche una storia.

Innanzi tutto ecco i luoghi ufficiali dove potete trovare informazioni su questa avventura, se ancora non la doveste conoscere: il blog, l'account Instagram.

La fotografia che ho scelto è la penultima cartolina che ho inviato, l'ultima invece credo sia ancora in viaggio verso la cassetta di Norma, Nuvolesulsoffitto. Quella che vedete quassù è Il Bosco della Fatica, è stata preparata durante una settimana complicata e piena di incastri, senza sapere che i giorni a seguire sarebbero stati anche peggio :-).
Ho usato i timbri in gomma, impiegando solo stampi incisi da me, perché è la tecnica che padroneggio meglio, che mi rappresenta maggiormente e che mi regala le soddisfazioni più grandi. Inoltre, è anche la tecnica che mi ha tenuto compagnia durante tutto il 2016, grazie al progetto delle #fogliegentili e sentivo il bisogno di ritrovarla per un attimo.

Come scrivevo all'inizio, però, questo post non è solo un aggiornamento, ma è anche il luogo in cui racconterò una piccola storia, legata in particolare alla cartolina della foto. Il giorno che l'ho spedita, infatti, ho ricevuto un messaggio: "Secondo me stamane sono stato testimone di un pre-imbuco di una nuova cartolina. Possibile?"
Eccome se era possibile, la mattina avevo inviato Il Bosco della Fatica a GIö e avevo attraversato la strada tenendo in mano la cartolina e saltellando verso la buca delle lettere vicino all'ufficio postale. In coda al semaforo un amico ha visto la scena e, pare, ha anche provato a salutarmi, emozionato per aver capito il momento. Un attimo dopo, raggiunto l'altro lato della via, ho scattato la foto che vedete quassù (senza essermi accorta di nulla).

Un aspetto che viene fuori spessissimo nel gruppo delle partecipanti di #ayearinapostcard è la corrispondenza di momenti, la presenza di coincidenze magiche, la condivisione di sensazioni:
questo piccolo aneddoto che ho raccontato mi pare possa proprio considerarsi tutte e tre le cose messe insieme. L'idea di essere vista mentre facevo qualcosa di così personale, mentre mi accingevo a lasciare un oggetto molto intimo perché portava con sé la descrizione disegnata di un periodo di grande fatica e l'idea di aver suscitato stupore in quel brevissimo istante in cui ho attraversato la strada mi è sembrata allo stesso tempo una cosa buffa e meravigliosa.

Non potevo che inserire questo aneddoto nel post di aggiornamento del progetto, se non altro per condividere con le mie compagne di viaggio l'ennesima coincidenza speciale.

P.S. Il titolo arriva direttamente dal secondo verso Cinghiali Incazzati degli Ex Otago